Santa Maria di Corvaia (Seravezza), un Servo operoso e le firme delle autorità
Nel 1515 Giovanni Marconi di Seravezza lasciò al figlio fra Iacopo del convento dei Servi di Lucca un terreno posto a Corvaia di Seravezza, sul quale era un oratorio dedicato a Sant’Andrea (doc.1220).
Questi ed altri confratelli edificarono presso l’oratorio un piccolo convento con annessa una chiesa intitolata alla Madonna delle Grazie, unendolo al convento di Lucca.
“Tale complesso, eretto nel 1515, e nel 1526 pronto per essere abitato, veniva usato anche come ospizio dei religiosi.
Nel 1609 fu accresciuto ... Restaurato nel 1626, ... il convento corse poi il rischio di essere soppresso nel 1652 da papa Innocenzo X, intenzionato a sciogliere i piccoli conventi che trascuravano le osservanze, ma si salvò per le istanze degli abitanti che fecero valere le loro ragione sostenendone l’utilità per le scuole e per il fatto che molti benestanti in punto di morte destinavano i loro beni agli stessi. Tra questi il dottor Gregorio Vannucci, che nel 1654 lasciava una somma per aumentare di dieci posti l’accesso dei convittori ...” (il virgolettato è di Barbara Allegranti, L’Archivio del Comune di Seravezza).
Ma chi “volesse oggi andare a ricercare qualche memoria del convento di Corvaia o qualche resto materiale dello stesso, come noi abbiamo tentato di fare, si troverebbe nei guai ...” scrive il padre Ubaldo M. Forconi nella pagina dedicata dei suoi Quaderni di Notizie sui conventi osm, aggiungendo qualche informazione in più: i nomi dei frati residenti, padre Iacopo Orlandi e padre fra Filippo (senza mettere la data), l’autonomia e l’indipendenza da Lucca e da altri conventi concessa il 13 maggio 1667 e il nome del primo priore, fra Filippo Marchesini, morto nel 1674, i cui beni, come d’uso, furono distribuiti ai frati Giovanni, Umiliato, Buono e Benigno. Padre Forconi fece memoria anche del priore successore, il padre Giuliano della Bella, cui seguì nel 1676 il padre Girolamo Pisani, e poi il padre Leonardo Voltaglia, “fedele amministratore”, che qui morì il 19 gennaio 1732. Al rendiconto delle sue cose erano presenti fra Antonio Vannucci priore, fra Gregorio Vannucci, fra Bonaventura Marchi, fra Agostino Barsanti.
Il convento fu “soppresso da Ferdinando III con motuproprio del 17 marzo 1796 e, con rescritto del 24 marzo 1797, il patrimonio fu riunito e assegnato in parte alla Mensa di Pontremoli e al R. Ospedale di Sant’Antonio abate della città di Pontremoli e in parte ai Cappellani e Opera di Santa Maria Assunta di Corvaia” ... “coll’onere della soddisfazione di tutti gli obblighi e uffizi esistenti in detta chiesa” (Allegranti).
Seguì per Santa Maria la normale vita ‘secolare’ fino al tragico giorno, il 12 luglio 1944, in cui chiesa e convento furono distrutti dai soldati tedeschi di passaggo nella linea Gotica. L’edificio venne ricostruito ex novo tra gli anni 1945-1950 su progetto dell'architetto Raffaello Trinci. Ospita oggi la parrocchia Ortodossa di Forte dei Marmi della Natività del Profeta, Precursore e Battista del Signore Giovanni.
Aggiungo alla storia di Santa Maria il contenuto di una pergamena inedita dell’Archivio di Stato di Lucca. È una lettera del 1560, scritta nel monastero lucchese dal priore generale dell’Ordine fra Giovanni Battista Migliavacca, diretta al “dilecto nobis in Christo filio fratri Sebastiano de Seravezza professo lucens. ordinis nostri ...”.
La più alta autorità dei Servi di Maria ricorda come di recente fra Iacopo da Seravezza, patrono dell’oratorio, che teneva con zelo e fatica e con i suoi beni, aveva esposto la sua speranza “quod etiam in dies augebuntur industria tua, conoscens te iuvenem bonae indolis bonaeque spei.
Idcirco petiit a capitulo lucense ut te quoad vixeris, sicut et ipse perpetuum illius loci administratorem, factorem et procuratorem constituerent, quo facto a capitulo lucense, et te in professum praefati conventus acceptum cum conventionibus et pactis ut apparet in libro qui nuncupatur De Partiti sub die XVII septembris MDLX signato A illius conventus, humiliter nobis supplicavit ut huiusmodi omnia prefata authoritate nostra confirmare et approbare dignaremus.
Nos qui religionis partes (adiuvante Domino) iniunctas nobis requirere ac postulare prospicimus, ut eos quorum vitae probitas morumque insignitas perspecta fuerit honestis gratiis decorare soliti sumus, et cum eum benemeritum religionis nostrae cognoverimus et cum sit iam senio confectus possit residuum vitae suae quiete avere.
Harum serie literarum de consensu utriusque collegae authoritate, qua fungimur generalatus officii omnia, singula et praefata confirmamus, approbamus et consolidamus. Declarantes te post mortem praefati patroni tua perpetuum adiministratorem, rectorem et procuratorem durante vitae tuae tempore cum conventionibus et pactis ut apparet in libro prefato ...”.
... che anche la tua operosità (nei riguardi di Santa Maria) aumenti di giorno in giorno, poiché sa che sei un giovane di buon carattere e di buona speranza.
Pertanto, ha chiesto al capitolo di Lucca che tu, finché vivi, sia nominato amministratore perpetuo, fattore e procuratore di quel luogo, il che è stato fatto dal capitolo di Lucca, e sei stato accettato come professo del suddetto convento con gli accordi e i patti, come appare nel libro chiamato Dei Partiti di quel convento il 17 settembre 1560, e umilmente ci ha supplicato che ci degnassimo di confermare e approvare tutte queste cose con la nostra suddetta autorità.
Noi che (con l'aiuto del Signore), cerchiamo e chiediamo le parti della religione che ci competono, siamo soliti decorare con onorevoli grazie coloro la cui probità di vita e eccellenza di costumi sono osservate, e quando lo riconosceremo benemerito della nostra religione e, sarà ormai vecchio, potrà trascorrere il resto della sua vita nella quiete.
Con la presente serie di lettere, con il consenso e l'autorità di entrambi i colleghi, tramite i quali esercitiamo l'ufficio generale, confermiamo, approviamo e consolidiamo tutto quanto sopra, individualmente e integralmente. Dichiarando te – dopo la morte del sopra detto tuo patrono –, amministratore, fattore e procuratore perpetuo per tutta la tua vita con gli accordi e le convenzioni come appaiono nel suddetto libro ...
In calce seguono le firme di propria mano delle autorità dell'Ordine, precedute da “Exaudita est oratio mea”. Furono di:
fra Giovanni Battista Migliavacca di Asti priore generale († 1572), fra Stefano di Arezzo socio (Bonucci), fra Zaccaria Faldossi vicario generale (†1570), fra Stefano di Arezzo definitore, fra Ambrogio Platina definitore della Marca Trevisana, fra Cirillo da Bologna definitore (Franchi), fra Antonio da Sommariva definitore della provincia di Genova, fra Andrea da Sansepolcro definitore della provincia Romana, fra Gabriele Anguissola da Piacenza definitore della provincia Lombarda, fra Stefano da Giphoro, fra Arcangelo fiorentino definitore della provincia di Toscana (Giani), fra Antonio M. da Sommariva definitore.
Paola Ircani Menichini, 4 aprile 2025. Tutti i diritti riservati.
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